Parrocchia

La chiesa fu costruita dal 1952 al 1954 su suolo donato dai signori Francesco e Michele De Palma, mentre le spese di costruzione furono sostenute dalla famiglia Borrelli che chiese – a ricordo di un parente defunto – che fosse intitolata a San Ciro. Sino al 1963 fu Rettoria della Parrocchia Maria Santissima Addolorata curata dai Padri Guanelliani. Il 1° novembre 1963 l’arcivescovo Enrico Nicodemo vi eresse la parrocchia che affidò agli stessi Guanelliani. Nell’ottobre del 1986 la parrocchia passò alle cure pastorali del clero diocesano.

Dati anagrafici della parrocchia di San Ciro – Bari

Inaugurazione
TitoloSan Ciro
Erezione canonica1 Novembre 1963
Riconoscimento civile di Ente EcclesiasticoD.M. dell’Interno dell’ 11/11/1986 al n. 22
Iscrizione registro Persone GiuridicheTrib. di Bari, 30/12/1989 al n. 650
CodiciIdsc : 5500022  Fiscale : 93027650725
Abitanti6.000 circa
Anno di costruzione dell’edificio1954
Data di consacrazione13 Novembre 1954
Registri parrocchiali ( anno di inizio )Battesimi : 14/03/1964  Cresime : 17/02/1964
Matrimoni : 8/04/1964   Defunti : 14/03/1964
Anno di prima istituzione consigliPastorale : 21/01/1987   Aff. Econ: 21/0171987
Festa della Comunità Parrocchiale31 Gennaio in onore di San Ciro
Festa esternaUltima domenica di giugno in onore di San Ciro
ParrocoSac. don Pietro Tanzi
Vicariato di appartenenzaQuinto
 Recapito telefonico ed email

080.5481234

pipar20@hotmail.com

San Ciro – Cura del corpo e dellanima

San Ciro- La vita

Medico ed eremita, visse nel III secolo e morì decapitato.

San Ciro nacque ad Alessandria d’Egitto, allora una delle città più importanti dell’antichità. Celebre era la scuola di Medicina, dove aveva studiato anche Galeno. 
S. Sofronio racconta che S. Ciro era un medico valente che gestiva una sorta di ambulatorio, dove curava soprattutto i poveri. In quel tempo ad Alessandria, erano molto diffusi astrologi, maghi e indovini. L’imperatore Diocleziano decise di perseguitare chiunque svolgesse attività “curative” senza autorizzazione, senza distinguere tra medici e maghi. S. Ciro fu costretto quindi a lasciare la città e si ritirò in Arabia. Nella solitudine si dedicò ad una vita eremitica di preghiera e penitenza, molto diffusa a quei tempi.

Ben presto lo raggiunse un ex soldato di nome Giovanni, nato a Edessa, che era stato costretto ad abbandonare la vita militare per le persecuzioni anti-cristiane. I due si dedicarono alla vita ascetica per quattro anni. Nel frattempo l’imperatore Diocleziano riprese la persecuzione contro i cristiani, e anche nelle cittadine vicine numerosi cristiani venivano incarcerati, torturati e condannati a morte. A queste notizie Ciro, seguito da Giovanni, lasciò il proprio eremo e decise di tornare ad Alessandria per sostenere i fratelli nella fede. Ciro e Giovanni si fermarono a Canopo, ad una ventina di chilometri da Alessandria, per soccorrere una madre e le sue tre figlie, che erano state imprigionate. Furono, però, anche loro imprigionati, torturati e uccisi. Era il 31 gennaio del 303 (o 312, come alcuni storici sostengono). S. Onofrio racconta che i cristiani raccolsero i corpi dei martiri e li seppellirono in una basilica eretta in onore di S. Marco.

Quando poi gli arabi occuparono l’Egitto, verso la metà del VII secolo, le spoglie dei martiri furono portate a Roma, e quando i gesuiti costruirono a Napoli la chiesa del Gesù Nuovo, le reliquie dei corpi dei santi Ciro e Giovanni furono traslate in questa chiesa. Ma i santi Ciro e Giovanni erano già venerati a Napoli dai gruppi di origine egiziana, che da secoli operavano in città. Verso il 1675 giunse a Napoli, nella residenza dei gesuiti, San Francesco de Geronimo, che nella sua predicazione rinvigorì il culto dei santi martiri Ciro e Giovanni. Ne chiuse alcune reliquie in una teca e se ne serviva per benedire gli ammalati. Numerose furono le guarigioni e ciò contribuì a diffondere la devozione a S. Ciro presso il popolo napoletano.

Il teschio di s. Ciro viene conservato nella chiesa di Marineo (PA) di cui è il patrono. È anche il patrono di Portici (Na), di Grottaglie (Provincia di Taranto) e di Vico Equense (Provincia di Napoli). Si festeggia il 31 gennaio.