Visita pastorale Mons. Satriano

In data 20 Febbraio 2023 si è tenuta in parrocchia una Visita Pastorale del nostro Arcivescovo con il tema “L’Arcivescovo e la Comunità”.

Il programma:

  • Adorazione Eucaristica
  • Lettura di un testo biblico del quale si riporta il testo
  • Commento (breve lectio)
  • Dialogo con i fedeli

Sono di seguito riportati il testo del passo evangelico di Luca e la registrazione audio dell’incontro

Adorazione

•   Canto d’esposizione

•   Invocazioni eucaristiche

•   Silenzio di adorazione

•   Lettura del testo biblico e breve Lectio

    (a cura dell’Arcivescovo)

Il testo

Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.

Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.

Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi  devo  fermarmi  a casa tua”.  Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.  Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È entrato in casa di un peccatore!”.

Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

Gesù gli rispose: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio  di Abramo.  Il Figlio  dell’uomo  infatti  è venuto  a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

La Lectio

Luca, nella sua narrazione, ci conduce gradualmente verso Gerusalemme al seguito   di Gesù. Gerico rappresenta la penultima tappa ed anche una città ricca di simbolismo spirituale. Gerico rappresenta la città dell’”uomo”, ovvero quello spazio di  relazioni dove il peccato,  l’avversione a Dio e al fratello trovano spazio.

L’episodio ha una portata cristologica, ovvero desidera condurci, attraverso l’esperienza di Zaccheo, a meglio comprendere Gesù.

Chi è Zaccheo?

La risposta a questa domanda è semplice e complessa al tempo stesso. Il suo nome tradotto nel gergo del tempo significa “il puro”: ma la sua esistenza, la sua professione, lo collocano  in un contesto lontano dalla  purezza.  Egli è capo dei   pubblicani, di coloro che riscuotevano le tasse per L’Impero, collaborando con i   Romani. Basta questo a Luca per collocarlo tra i lontani da Dio, tra i peccatori.

A questo   Luca aggiunge   un altro dato che non depone  bene: Zaccheo  è “ricco“. Ricordiamo quanto lo stesso evangelista sottolinei, nell’episodio del giovane-ricco, come la ricchezza sia un ostacolo all’incontro con Dio.

Un altro dato emerge dal racconto  di  Luca: Zaccheo  è un uomo basso di statura. L’evangelista non dà importanza a questo. Tale connotazione giustifica la sua salita sull’albero ma anche un altro dato:  egli aveva l’ansia  di  vedere  il Maestro, di  cogliere  il suo passaggio,  e non trovando  spazio tra La folla, sale sull’albero.

L’incontro con Gesù

Zaccheo, ci dice Luca. cercava di vedere Gesù chi fosse. Non ci è dato sapere per quale ragione, ma dal suo darsi da fare cogliamo quanto interesse Gesù abbia già suscitato nel suo cuore, tanto da mettersi in  ridicolo e salire sul sicomoro, come  un ragazzino. Proprio lui, uomo già ostracizzato dal giudizio dei suoi compaesani, ora si comporta come un giovinetto.

L’incontro con Gesù lo sorprende ma egli si “rallegra” (rallegrandosi…)   nell’accoglierlo a casa sua: la felicità promana dalla presenza dell’ospite … inaspettato. Riemerge qui un tema caro a Luca che è quello della gioia, con il quale l’Evangelista desidera evidenziare come il seguire il Gesù e il suo vangelo conduca  l’interlocutore ad una pienezza di vita anche in mezzo alle tribolazioni.

Altra connotazione   di quest’incontro è  la fretta. Qui, come in altre narrazioni dello stesso evangelista, la fretta ha una dimensione religiosa, spirituale: il messaggio salvifico necessita di una immediatezza nell’essere accolto e nell’essere vissuto. “Oggi devo rimanere a casa tua”(v-5) e “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (v.g), attestano l’urgenza del momento da vivere senza rinvii che si trasforma in un oggi  salvifico  che si manifesta nel tempo  presente e non in  un domani  ipotetico.  Dio interviene  nella nostra  storia e attua la salvezza: OGGI!

L’incontro con il Maestro fa  uscire dall’ombra il pubblicano che emerge trasformato, trasfigurato dentro. L’emarginazione in cui la folla lo aveva relegato, costringendolo a salire su un sicomoro, si trasforma  in  protagonismo  redento dall’amore ricevuto.

“Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

Egli viene fuori dal suo guscio interiore fortemente consapevole del suo errore, del suo peccato. Chiamando Gesù. Signore (=Kyrios), Zaccheo attesta una fede sincera in Gesù che riconosce come  il Figlio di Dio.

Il suo passato, segnato dal peccato,  viene denunciato con  il cuore  toccato dalla  grazia  e dall’amore (compunzione).  Ma, al tempo stesso, la vita si determina in una risposta all’amore, assumendosi la possibilità di donare e di riparare al male fatto (contrizione) restituendo sino a quattro volte.

Gesù raggiunge Zaccheo nella sua singolarità, unicità. Zaccheo  si sente riconosciuto, amato e si apre a uno sguardo su di sé.

Anche se peccatore, anche se pubblicano, Zaccheo rimane figlio di Abramo. Questo permette a Zaccheo di ritrovare la sua dignità perduta: egli è figlio. Peccatore per La folla, figlio per Gesù.

Gesù il vero protagonista

Tutto il racconto gira intorno a Gesù e al desiderio di vederlo: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse… “(v-5).

Anche in questo  brano Gesù si trova ai piedi della nostra  umanità e dal basso  ci guarda, quasi implorandoci, snidandoci dal nostro orgoglio, dalle nostre sicurezze  per  consegnarci   ad  una vita piena, libera. Quello che Gesù annuncia è un Dio che cerca La  nostra  umanità ferità.

Non è Zaccheo a cercare Gesù ma indefinitiva è Gesù che sta cercando Zaccheo.

Il desiderio di  incontrare  e  vedere Gesù,  da parte di Zaccheo,  sembra simile a quello del cieco che  troviamo nel vangelo di  Luca (Le  18,35-43),  ma si  distingue da esso poiché  attesta  il bisogno  non  tanto degli occhi quanto  quello del cuore. Zaccheo desidera vedere Gesù perché peccatore, ottenebrato nell’intimo.  Gesù attua quel desiderio  di  Luce  che  alberga  nei  nostri cuori  e realizza la  sua missione  nella  quale … “Il Figlio dell’uomo  infatti  è venuto a cercare  e a salvare ciò che era perduto” (v.10).

Visita pastorale di S.E. Mons. Giuseppe Satriano del 20 febbraio 2023